Dai Matematici agli Hippies, lo strano percorso dell’arte di M.C. Escher
Escher è generalmente considerato l’artista, che più di altri, è caro
alle persone di scienza, in particolare ai matematici. Le sue opere, infatti,
sono spesso usate per illustrare libri di matematica e geometria. Si trovano sulle
copertine di libri di contenuto scientifico oppure illustrano, nelle pagine
culturali dei quotidiani, articoli di varia natura ma sempre in qualche modo
legati alla scienza. Ma Escher non è amato solo dai matematici, negli ultimi
decenni la sua fama si è estesa molto oltre l’ambiente scientifico e le sue
mostre, che ormai si tengono in tutto il mondo, battono tutti i record riguardo
al numero di visitatori1
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fig. 1 Eight Heads (B90), xilografia febbraio 1922 |
.
In vita Escher dovette aspettare fino agli anni sessanta, quando
ormai aveva 60 anni, per avere qualche riconoscimento. L’occasione fu una
mostra tenuta nel 1954 ad Amsterdam in concomitanza con l’annuale congresso
mondiale di matematica. Fu in quell’occasione che il mondo della matematica
scopre Escher instaurando quel legame che ha portato la sua arte a essere
conosciuta in tutto il mondo.
Escher era molto interessato alla matematica, ma avendo avuto una
formazione matematica che non andava oltre quella delle scuole superiori, non
si considerava un matematico. Il suo interesse, mediato attraverso l'arte grafica, era rivolto sopratutto alla geometria ed in particolare alle proprietà delle figure e della rappresentazione dello spazio sul piano. Già da studente quando s’imbatté per la prima
volta nel problema della tassellatura del piano con forme irregolari Escher intuitivamente
si impose alcune regole, in modo da rendere il problema non banale, quale
quella che profili adiacenti dovevano avere colori contrastanti e che le figure
dovevano essere riconoscibili e concrete (fig. 1). La scoperta dei mosaici regolari
dell’Alhambra di Grenada, durante il suo primo viaggio in Spagna, nell’autunno
del 1922, risvegliò, per contrasto con le forme puramente geometriche delle tassellature arabe, l’interesse per la tassellatura con forme associabili a
oggetti o forme naturali.
La prima occasione di affrontare il problema della tassellatura in maniera sistematica Escher l’ebbe nel 1926 quando nella sua casa di Roma, dovendo cambiare le piastrelle dello studio e della terrazza, decise di definirne il disegno e si trovò ad affrontare il problema delle diverse possibili simmetrie con le quali è possibile tassellare il piano (fig. 2) . Escher affrontò il problema in maniera rigorosa e metodica costruendo una propria classificazione delle diverse simmetrie3. Il suo era un approccio geometrico basato sulla grafica che lo portò a enunciare addirittura un teorema sulla proprietà dei triangoli4
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fig. 2 Disegno dei rivestimento da eseguire con piastrelle quadrate di maiolica, acquerello 1926 |
La prima occasione di affrontare il problema della tassellatura in maniera sistematica Escher l’ebbe nel 1926 quando nella sua casa di Roma, dovendo cambiare le piastrelle dello studio e della terrazza, decise di definirne il disegno e si trovò ad affrontare il problema delle diverse possibili simmetrie con le quali è possibile tassellare il piano (fig. 2) . Escher affrontò il problema in maniera rigorosa e metodica costruendo una propria classificazione delle diverse simmetrie3. Il suo era un approccio geometrico basato sulla grafica che lo portò a enunciare addirittura un teorema sulla proprietà dei triangoli4
L’uso della matematica nello sviluppo della sua arte si accentuò
dopo la mostra tenuta in concomitanza con il congresso internazionale di
matematica ad Amsterdam del 1954. Infatti, da quel momento molti matematici
tennero regolarmente contatti con Escher. Particolarmente intensi furono i
contatti con il matematico canadese H.S.M. Coexter che illustrò a Escher le tecniche
delle proiezioni iperboliche di Poincarè usate in seguito nelle tassellature al
limite5. Con il fisico e matematico britannico Sir Roger Penrose invece ci fu un intenso
scambio di articoli e lettere riguardanti le figure impossibili come il
triangolo di Penrose usato in Waterfall
(B439) e la scala di Penrose usata in Ascending
e Descending (B435)6. Intense e molto care a Escher erano inoltre le conversazioni con
la cristallografa MacGillavry7 che portarono alla pubblicazione nel 1965 di Symmetrie Aspects in M.C. Escher Periodic Drawings. Regolarmente s’incontrava
con Hans de Rick, in arte Bruno Ernst, un monaco insegnante di matematica con
il quale amava discutere della struttura matematica delle sue opere. Escher divenne molto
popolare nel mondo scientifico e nell’aprile 1961 la rivista Scientific American gli dedicò la
copertina ed un articolo di Martin Gardner.
L’amore tra Escher e i matematici era corrisposto e quindi questi
iniziarono a comprare le sue opere, a usarle per illustrare i propri articoli e
testi e a diffonderle appendendole nei propri studi ,nelle università e nelle scuole
dove insegnavano.
Molto probabilmente alcune delle opere di Escher finirono nei campus
della California e qui vennero scoperte dal nascente movimento hippie. Nacque
subito un altro fortissimo amore, questa volta però assolutamente non
corrisposto e che col tempo si trasformò in una vera avversione di Escher verso
i figli dei fiori. Gli hippies pubblicavano generalmente senza permesso le
opere di M.C. Escher trasformandole8 ed abbinandole ad altre immagini con grande disappunto di M.C. Escher. Ma a
dispetto dell’amore non corrisposto, la presenza delle opere di M.C. Escher sui
poster psichedelici, sulle copertine degli LP e sulle T-shirt, contribuì più di
altri fattori alla divulgazione della sue opere.
L’interesse della generazione hippie all’opera di Escher aveva naturalmente
tutta un’altra motivazione che quella dei matematici. I figli dei fiori avevano
associato le stranezze dei mondi escheriani alle esperienze psichedeliche e all'uso
di stupefacenti da parte di Escher stesso. Oltre alle stranezze e alle
deformazioni spaziali che potevano essere associati all’uso di allucinogeni, a sostegno
di questa interpretazione venivano indicati alcuni elementi iconografici dell’opera
di M.C. Escher.
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fig, 3 Balcony (B334), litografia 1945 |
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fig 4 Senglea Malta (B276), xilografia a tre colori 1935 |
A dispetto di Escher gli hippies trovavano riferimenti
iconografici che alludevano ai mondi psichedelici, anche in altre sue opere. Tra
queste va citata in primo luogo Reptiles
(fig 6 )
del 1943 una delle prime opere "surrealiste" di Escher. Reptiles è un esempio di quelle opere di
M.C. Escher che partendo da una tassellatura bidimensionale compiono un ciclo
nello spazio. Il prototipo di queste opere è Cycle (B395) del 1938. A questo filone appartengono anche, Encounter (B331) del 1944, Magic Mirror (B338) del 1946 e Predestination (B372) del 1951.
In Reptiles, in risalto in
basso a destra, è ritratto un libretto con la scritta JOB. Si tratta di un
pacchetto di cartine per sigarette della marca JOB, azienda francese specializzata
in carta da tabacco. Le cartine JOB si diffusero nella California degli ultimi
anni 60 grazie alle confezioni ispirate all’arte psichedelica e ai formati
adatti al consumo della cannabis indiana.
La presenza delle cartine JOB nella litografia
Reptiles era per il mondo hippie un
chiaro richiamo alle pratiche psichedeliche legato al consumo di stupefacenti (fig 7).
Il richiamo era rafforzato dalla raffigurazione, in alto a destra, di un pacchetto
di sigarette preconfezionate che escludeva l'uso delle cartine per la
produzione di sigarette "normali". Inoltre il rettile che si
materializzava da una tassellatura, saliva su un dodecaedro, sbuffando fumo per
ritornare poi ad appiattirsi nuovamente nella tassellatura, richiamando così l'azione
dell'assunzione di stupefacenti che allargavano la mente liberandola dalla
costrizione schematica del quotidiano rappresentata dalla tassellatura. Anche
in questo caso, però, Escher era lontanissimo da un’interpretazione di questo
genere. Del resto la stampa Rettili
aveva suggerito anche altre suggestioni. Bruno Ernst riporta di una telefonata
giunta a Escher da parte di una donna che gli chiedeva se la litografia rappresentasse
la reincarnazione11.
Infatti, il libretto con la scritta JOB era stato scambiato per il libro di
Giobbe (Job in inglese), uno dei sette libri sapienziali dell’Antico
testamento. Il libro tratta di come Dio castighi o premi le azioni degli uomini.
Giobbe non si da pace, essendo uomo giusto e pio chiede il perché delle sue
sofferenze. Tra l'altro disperato per i propri guai, egli suppone di pagare uno
scotto di chissà quali crimini compiuti in precedenti esistenze12.
Bruno Ernst racconta che Escher rispose: “Signora, se questo è il modo in cui
lo vede, sarà proprio così”.
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fig 7 Poster pubblicitario delle cartine JOB realizzato da Alphonse Mucha |
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fig 8 Bad Trip, serigrafia a colori fluorescenti 1968 |
In un primo momento Escher reagì in maniera divertita a questi apprezzamenti
da parte degli hippies. Rispondendo a un suo amico americano, il geologo Kurt Servos
che gli aveva raccontato delle T-shirt e dei poster psichedelici con impresse
le sue opere, Escher chiese cosa fosse esattamente una T-shirt. Chiedeva poi chi
fossero questi giovani, questi hippies come aveva sentito che venivano chiamati,
che giravano con le sue opere sul petto13.
Escher respinse la proposta di Servos, che gli suggeriva di incaricare un
avvocato a procedere contro questi contraffattori, paventando le ingenti spese
in cambio della bassa probabilità di successo14.
Escher era in realtà più seccato dall’uso improprio che da quello non
autorizzato. Solo successivamente iniziò a reagire in maniera più decisa per proteggere
il copyright delle sue opere. Infatti, in seguito a questo inasprimento verso
il mondo hippie, M.C Escher negò a Mike Jagger, che pure la aveva
preventivamente chiesta con modi gentili ed ammirati, la autorizzazione ad
usare le sue opere per una copertina del loro LP.
Nei primi giorni del 1969 Mick Jagger degli Rolling Stones iniziò
una corrispondenza con M.C.Escher per chiedergli di disegnare la copertina del
loro nuovo LP Let it Bleed.
La corrispondenza fu pubblicata nel 1974 sulla rivista Holland Herald:
Caro Maurits,
Per un bel po’ di tempo ho avuto
tra le mani il tuo libro (The Graphic Work of M.C. Escher) e non smetto mai di
stupirmi ogni volta che lo sfoglio! In realtà credo che il tuo lavoro sia
assolutamente incredibile e farebbe molto piacere a me e a molte altre persone
intorno a me comprendere meglio e capire esattamente cosa stai facendo.
Nel mese di marzo o aprile di
quest'anno, abbiamo programmato il nostro prossimo disco, e mi farebbe molto
piacere riprodurre uno dei tuoi lavori sulla cover. Ti prego quindi di prendere
in considerazione la progettazione di una "immagine" per illustrare
la cover, o qualora tu avessi delle opere inedite si potrebbe anche pensare di usare
una di queste. L'idea di una delle tue "illusioni ottiche" mi
affascina, ma anche un’immagine come quella di "Evolution" sarebbe
ovviamente altrettanto adatta. Direi che è la stessa cosa. Si potrebbe anche usare
un’immagine lunga come "Metamorfosi", che potremmo poi riprodurre
come un pieghevole che si estrae. Potrebbe essere sia in bianco e nero sia a colori,
cosa che lascio decidere a te.
Naturalmente, sia tu, che i tuoi
editori, potrete ottenere tutti i diritti e crediti sulla cover, e negozieremo
il giusto compenso qualora ti deciderai a farlo. Sarei molto grato se tu potessi
prendere contatto con Peter Swales o con la signorina Jo Bergman al suddetto
indirizzo o al numero di telefono indicato (in addebito al numero chiamato).
Sia l’uno, sia l’altra, ti daranno tutta l'assistenza necessaria. Tuttavia, io
non sono così fortunato da possedere un interprete olandese, e quindi se non
parli inglese o francese, ti sarei grato se tu potessi trovare qualcuno a Baarn
che ti faccia da interprete.
Cordialmente,
Mick Jagger
per Rolling Stones Ldt.
Escher rispose il 20 Gennaio indirizzando la missiva a Perter
Swales, come indicato da Jagger:
Egregio Signore,
Alcuni giorni fa ho ricevuto una
lettera dal signor Jagger che mi chiede di disegnare un quadro o di mettere a
disposizione un mio lavoro inedito da riprodurre sulla custodia per un LP.
La mia risposta a entrambe le richieste
deve essere no, in quanto voglio dedicare tutto il mio tempo e la mia attenzione
ai tanti impegni che ho contratto. Non posso assolutamente accettare ulteriori
incarichi o perdere tempo per la pubblicità.
A proposito, la prego di dire al
signor Jagger che non sono Maurits per lui, ma
Molto sinceramente,
M. C. Escher.
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fig. 9 Verbum [Earth, Sky and Water] (B326), litografia 1942 |
Attraverso la Fondazione Escher, fondata nel 1968, Escher
intensificò la protezione dei suoi diritti di copyright15.
La battaglia conto i contraffattori si rilevò particolarmente difficile negli
Stati Uniti, poiché la legge americana sui diritti d'autore prevedeva una
registrazione preventiva. Soltanto nel 1994 in occasione degli accordi GATT, Bill
Clinton accettò di estendere la legge sul copyright americano anche sulle opere
già protette originariamente in paesi firmatari della Convenzione del Copyright
di Berna16. La fondazione Escher
continuo la sua battaglia contro i contraffattori e nel 1996 a 24 anni dalla morte
di Escher riuscì in un famoso processo, che fece giurisprudenza, a fare valer i
suoi diritti17. Ma suo malgrado, proprio negli Stati Uniti, sono state le
magliette, le cravatte ed i posters a diffondere l’arte di M.C Escher.
L’artista era stato amato in vita da due categorie di persone: dai
matematici e dagli hippies. I primi furono fortemente ricambiati, i secondi
fermamente osteggiati. Queste due categorie di persone favorirono la diffusione
della sua opera a dispetto della critica ufficiale che continuava a non capirlo
non riuscendo a catalogarlo in nessun movimento artistico.
L’arte è considerata vera arte se produce emozioni. Escher in un
primo impatto produsse queste emozioni in due comunità che apparentemente sembrano
non avere nulla in comune. Le motivazioni vanno cercate nella produzione
escheriana successiva al 1937. Escher smise in quel periodo di rappresentare quello
che i suoi sensi percepivano e si rivolse ad un modo interiore costruito solo sui
suoi ricordi18. In questo mondo
interiore, svincolato dalle costrizioni concettuali imposte dai sensi, Escher
si rivolgeva a quello che andava oltre la doxa,
l’apparenza, cercando il para-doxa, il
paradossale, quello che va oltre l’esperienza sensoriale.
Questo tipo di ricerca è alla base della ricerca filosofica
idealista. Parmenide il filosofo presocratico fondatore della scuola eleatica e
precursore dell’idealismo, contrapponeva alla doxa l’aletheia, la
verità, che poteva essere colta solo attraverso la ragione. La scuola eleatica
arrivò addirittura a negare la più ovvia delle esperienze, il movimento, in
base ai paradossi logici. In seguito Platone, con la sua dottrina delle idee,
diede sostanza ontologica a quel mondo interiore che è il mondo delle idee. La
ricerca matematica si muove in questo mondo, svincolata dai sensi, alla ricerca
delle connessioni tra enti astratti cercando di definirne la struttura.
Anche il movimento psichedelico degli anni settanta si rivolgeva a
mondi “artificiali”, distinti da quello proposto dall’apparenza, dall’esperienza
sensoriale. Gli hippies fuggivano dalla realtà, che comunque non era per loro
soddisfacente, alla ricerca di altro. La scoperta delle sostanze psicotrope,
che deformano le connessioni sinaptiche tra i sensi e la percezione, permetteva
di esplorare nuovi mondi, mondi artificiali, diversi. Aldous Huxley autore di The Doors of Perception, uno dei
manifesti del movimento hippie, che tratta dell’esperienza psichedelica indotta
da sostanze stupefacenti, affermava
che l’ordinaria esperienza percettiva è un elemento inibitorio dell’esperienza visionaria19.
Gli aggregati sinaptici, alla base dei nostri concetti di spazio e tempo, sotto
l’influenza degli stupefacenti, si liberano dalle imposizioni dei sensi,
trovano nuove connessioni con altri aggregati creando così concetti che vanno
oltre l’esperienza sensoriale e quindi para-dossali
La matematica fa qualcosa di simile con le connessioni tra i
concetti astratti. Anche il matematico stacca la spina dei sensi e crea nella
mente nuovi percorsi tra idee astratte, crea inoltre nuovi concetti, che spesso
sono completamente astrusi dalla realtà, impensabili nel mondo dei sensi e
quindi per definizione paradossali.
L’arte di M.C Escher visualizza questi mondi paradossali (nel
senso originale del termine para-doxa) in modo magistrale, deformando lo spazio
quando questo viene rappresentato sul piano del foglio da disegno. Infatti, la
rappresentazione bidimensionale dello spazio lascia certi gradi di libertà che permettono
la costruzione di mondi e realtà impossibili. Osservando con attenzione le
opere di Escher si possono intuire, naturalmente solo in maniera superficiale, sia
lo stupore che prova il matematico di fronte alla comprensione di verità non
banali, sia le sensazioni indotte da un’esperienza psichedelica. E questo fa,
non solo per matematici e hippies, di M.C. Escher un artista di assoluta
grandezza.
1) Nel
2011 in Brasile una retrospettiva su Escher organizzata dal Centro Cultural
Banco do Brasil ha registrato 1,2 milioni di visitatori, risultando la mostra
più visitata a livello mondiale del 2011.
2) Nel
2008 si tenne presso il MUMOK di Vienna la mostra “Genau und anders” su
matematica nell’arte da Dürer a Sol LeWitt con opere di più di cento artisti
nella quale non fu esposta neanche un’opera di Escher. Nel catalogo, edito dal
Verlag für moderne Kunst di Norimberga, uno dei curatori motivò questa scelta
con l’affermazione che l’opera di M.C. Escher non deve considerarsi arte.
3) Una completa esposizione della classificazione delle simmetrie del piano sviluppata da M.C Escher si trova in Vision of Symmetry di Doris Schnattschneider, pubblicato da W.H Freeman nel 1990 a New York,
3) Una completa esposizione della classificazione delle simmetrie del piano sviluppata da M.C Escher si trova in Vision of Symmetry di Doris Schnattschneider, pubblicato da W.H Freeman nel 1990 a New York,
4) Nel 1941 Escher studiando le proprietà di tassellature di un particolare esagono, descritte dal matematico F.Haag in un articolo del 1923, che gli era stato inviato dal suo fratellastro Beer, enuncio un teorema sulle proprietà delle diagonali di esagoni che tassellano il piano. Il Teorema di Escher fu definitivamente dimostrato da J.F. Rigby nel 1991.
5) Lettere
al figlio Arthur del 9 novembre 1958 e del 7 dicembre 1958, lettera a Coexter
del 1 maggio 1960 e del 15 Marzo 1964, lettera a figlio George del 28 maggio
1960 pubblicate in Escher His Life and Complete Grafic Work di F.H Bool, J.R Kist,
J.L. Locher e F.Wierda pubblicato da H.N Abrahams nel 1982 a New York.
6) Lettera
al figlio Arthur del 24 gennaio 1960, lettera a Lionel e Roger Penrose del 18
aprile 1960 pubblicata in Escher His Life
and Complete Grafic Work.
7) Lettere al figlio George del 2 settembre 1959, del 30 ottobre 1962 e del 14
aprile 1963 in Escher His Life and
Complete Grafic Work.
8) Lettera al figlio George 20 aprile 1969 pubblicata in Escher His Life and Complete Grafic Work.
9) Specchio magico di Bruno Ernst pubblicato da Taschen.
10) The Matematical Structure of Escher’s Print
Gallery di B. de Smit and H.W. Lenstra
in Notices to the American
Mathematical Society del 2003.
11) Lo specchio magico, Bruno Ernst, pubblicato da Taschen.
12) Il libro di Giobbe
capitolo XIX: " Imperocché io so che vive il mio Redentore, che in un
nuovissimo giorno io risorgerò dalla terra. E di nuovo sarò rivestito della mia
pelle, e nella mia carne vedrò il mio Dio. ".
13) Lettera a Kurt Servos, 17 aprile 1971 collezione della fondazione
Escher.
14) M.C.
Escher Een Biografie,i Wim Hazeu, 1998, Meulenhoff pag 492.
15) Lettera al figlio George 24 maggio
1970 pubblicata in Escher His Life and
Complete Grafic Work.
16) Accordo TRIPS ufficializzato al
termine del negoziato di rinnovamento dal GATT (General Agreement on Tarifs and Trade) detto
Uruguay Round a Marrakech nel 1994.
17) United States District Court - Case No.
950863R, Judge Mr. John S. Roades.
18) Rolling
Stone, periodico
americano di musica pop, numero del febbraio 1970, pagina 40.
19) Paradiso e Inferno in Le porte della percezione (The Doors of
Perception), Aldous Huxley edito da Mondadori nel 2005, pag 72.